Armonico, come il percorso fra le terre della Romagna, come i sentori sprigionati dall’Albana e dal Sangiovese.
Il vino valorizza le qualità della terra da cui proviene e, con essa, regala un viaggio sensoriale nell’ampio panorama enogastronomico.
Qui in Romagna le viti si spogliano e si riempiono i calici.
Qui l’autunno porta con sé colori caldi e vino buono.


Consorzio vini di Romagna ci ha guidato per tre giorni alla scoperta dell’entroterra, dove ho potuto conoscere e apprezzare uno splendido territorio caratterizzato da antiche tradizioni e da quell’accento inconfondibile che sa tanto di casa e di ospitalità.
Ma la Romagna è molto altro rispetto agli stereotipi che l’hanno resa famosa nel mondo e che di certo ne costituiscono un punto di forza.
È pendii avvolti da una poetica foschia, verdi colline e paesaggi sconfinati. E poi ancora vini di qualità e un’enogastronomia in continua evoluzione che sa bene mescolare la secolare storia culinaria di questo territorio alla ricerca di un’esperienza sensoriale innovativa.

Casa Artusi
In Romagna nasce Casa Artusi, primo ed unico centro in Italia dedicato alla cucina casereccia, nella città di Forlimpopoli, territorio dove arte e gastronomia si coniugano in una sintesi perfetta ma anche luogo natale di Pellegrino Artusi, commerciante e letterato, riconosciuto come padre della cucina italiana ed autore de “La Scienza in Cucina e l’Arte di Mangiar Bene”, manuale di cucina noto e tradotto in tutto il mondo.
La Casa si snoda in un percorso legato al cibo che lega il sapere e il saper fare. Dapprima con la visita alla biblioteca dove sono conservati preziosi documenti e libri di cucina e poi con lo spazio alla manualità e alla lavorazione della pasta.


Le sapienti mani delle Mariette, eredi della governante di Casa Artusi, insegnano e guidano il visitatore alla lavorazione della pasta fresca, emblema della cucina romagnola.
Cappelletti, tagliatelle e ravioli generano un connubio di sapori inebrianti specialmente se gustati con un calice di vino, prodotto dai più antichi vigneti delle valli di Romagna.




Alloggiando a Faenza, presso Villa Abbondanzi Resort, il percorso enogastronomico si snoda fra alcuni tra i più bei borghi medievali d’Italia.
Tra questi, Dozza, il cui centro storico è ricco di murales che ne fanno un museo a cielo aperto, racchiude all’interno dell’imponente Rocca sforzesca, l’Enoteca Regionale.
Qui vi consiglio di cenare presso La Scuderia Dozza per assaggiare le prelibatezze di questa terra.


E poi ancora Bertinoro che, posizionata sulle appendici delle prime colline dell’Appennino forlivese, gode di un suggestivo paesaggio con una vista che si estende fino al mare. Vi consiglio di fare tappa all’Enoteca regionale Ca’de bè, dove si è possibile assaporare primi piatti lavorati interamente a mano ed un’ampia scelta di vini tipici, Albana e Sangiovese.


Ma prima è doveroso addentrarsi fra le colline forlivesi e fare tappa all’enoteca Poderi dal Nespoli, storico punto di passaggio verso le coste della Romagna.




Qui, in questa terra generosa, saporita e accogliente, si affacciano straordinari vigneti. La loro coltivazione avviene in condizioni climatiche uniche che rendono la produzione del vino di ottima qualità.
Romagna Sangiovese
I vini prodotti sono di denominazione controllata DOC Romagna e DOCG Romagna.
I vini romagnoli raccontano molto della personalità di chi li abita. Un carattere schietto ma al contempo delicato e aperto.
Il Sangiovese è il vino più noto della Romagna, area che, insieme alla Toscana, è la culla di questo vitigno. E’ stato, infatti, il primo vino romagnolo ad ottenere la Denominazione di Origine Controllata (DOC) nel lontano 9 luglio 1967.

Il Romagna Sangiovese si accompagna a carni rosse, selvaggina e piatti di pasta fresca, come i cappelletti o i tortelloni al ragù, oppure a formaggi stagionati.
Albana
L’Albana, vino che si produce solo in Romagna, è stato il primo vitigno a bacca bianca ad ottenere nel 1987 la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) in Italia.

L’Albana, conosciuto ai più nella sua variante dolce e passita, può essere gustato anche secco e, a seconda delle zone di produzione, lo incontriamo con profumi che variano dal floreale al fruttato. Un vino che sa essere dolce eppur intenso, ma anche deciso e corposo.
È proprio qui in Romagna che è iniziata la mia storia d’amore con i Passiti. Sono veramente unici.

Nel panorama enogastronomico Romagnolo, tappa necessaria è sicuramente Ravenna, città storicamente e culturalmente ricca di spunti. Difatti, a partire dagli inizi del V secolo d. C., Ravenna è stata per ben tre volte capitale dell’Impero Romano d’Occidente e, la magnificenza di quel periodo, ha lasciato in città una grande eredità di monumenti, dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.
Nei suoi antichi edifici paleocristiani e bizantini, Ravenna conserva i mosaici più preziosi al mondo; dal Mausoleo di Galla Placidia, alla Basilica di San Vitale, passando per il Battistero Neoniano e la Cappella di Sant’Andrea. Va inoltre ricordato che, nel cuore del suo centro storico, si trova la tomba di Dante Alighieri, uno spazio solenne dedicato alla memoria del Sommo Poeta.







Non solo casa della cultura italiana, Ravenna è anche terra dai sapori tipici Romagnoli. Per questo è doveroso sostare presso l’Enoteca Ca’de Ven dove poter gustare piatti tipici.



Grazie Consorsio Vini Romagna per avermi fatto conoscere la Romagna in questo modo così genuino ed autentico, tra vitigni e borghi antichi.
Tutto questo, e molto altro, è la Romagna.
Non solo piada. Anche piada.
Ci rivediamo presto!

